La Direttiva Europea sulla Plastica Monouso – conosciuta con la sigla SUP (single use plastic) – è entrata in vigore a gennaio del 2022 e mira a ridurre drasticamente il consumo di imballaggi che rischiano di disperdersi nell’ambiente e inquinarlo.
Infatti, solamente nel mare, vengono reperite ogni anno tonnellate di spazzatura, di cui l’80% è composto da rifiuti plastici, la cui maggioranza fanno parte della categoria dei SUP. Ecco in che cosa consiste il divieto plastica monouso e quali sono le indicazioni della normativa in merito alle bottigliette in PET.
Direttiva Europea plastica monouso: gli oggetti vietati
Il Decreto legislativo n. 196 dell’8 novembre 2021, che in Italia è entrato in vigore l’8 gennaio 2022, contiene una serie di limitazioni sull’impiego di packaging usa e getta realizzati in polimeri sintetici.
Da quando è stata messa in atto, la Direttiva Europea plastica monouso ha infatti promosso con efficacia l’eliminazione dal commercio di diversi prodotti realizzati con polimeri sintetici.
Tra gli scaffali dei supermercati non si trovano più questi oggetti fatti con tipologie tradizionali di plastica:
- Bicchieri
- Cannucce
- Cotton fioc
- Palloncini e aste porta palloncini
- Vaschette monouso in polistirene
Al loro posto, il divieto plastica monouso italiano prevede che possano essere commercializzati prodotti in materiali biodegradabili o compostabili.
Questi devono essere certificati secondo gli standard europei, seguendo le normative UNI EN 13432 per gli imballi e UNI EN 14995 per altri oggetti in plastica e avere al loro interno almeno il 60% di materia riciclabile.
Divieto plastica monouso, obiettivi di riutilizzo
Anche se molti consumatori si aspettavano una linea più dura nei confronti delle bottigliette in PET, in realtà la SUP non è risolutiva nella loro eliminazione dal commercio, ma spinge più sul concetto del riutilizzo delle bottiglie di plastica.
Entro il 2025, infatti, l’Italia e gli altri paesi dell’Unione Europea dovranno raccogliere il 77% di questo oggetti monouso prodotti ogni anno, fino ad arrivare al 90% nel 2029.
In questo modo, il riciclo potrà essere incentivato e incontrerà la richiesta della nuova formulazione chimica delle bottigliette per bevande in PET.
Questa prevede che contengano:
- Il 25% di PET derivante da riciclo entro il 2025
- Il 30% di PET riciclato entro il 2030
Per le bottigliette si parla solo dei tappi
Altra indicazione della SUP è legata ai tappi di plastica. Molto spesso infatti vengono dispersi nell’ambiente danneggiando interi ecosistemi.
Ecco perché, da luglio 2024, tutte le bottigliette in plastica potranno essere vendute solamente con il tappino che resta attaccato alla corona in seguito all’apertura.
Direttiva Europea plastica monouso, l’etichettatura ambientale sugli imballi
Altra novità introdotta dalla Direttiva Europea plastica monouso è l’obbligo dell’etichettatura ambientale sugli imballi che fanno parte della categoria dei SUP.
Tazze e bicchieri, assorbenti e salviettine umide, dal 2022 devono avere obbligatoriamente un’etichetta informativa per i consumatori. Questa contiene utili indicazioni sulle modalità di smaltimento di questi elementi monouso.
In termini pratici, su tutti gli imballaggi i produttori devono inserire una cifra alfanumerica identificativa e un’etichetta dalle forme più disparate (anche digitali).
Sono ammessi infatti app, QR code e rimandi a siti web.
In conclusione, la Direttiva Europea plastica monouso ha posto delle importanti basi per la riduzione dell’inquinamento plastico e ha incentivato il riutilizzo di bottiglie di plastica.
L’auspicio di molti è che, nei prossimi anni, il divieto si possa estendere anche alle bottigliette in PET. Se non smaltite correttamente, rischiano di galleggiare nei nostri mari per secoli e secoli senza mai degradarsi.
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